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Come poter parlare di sessualità?

Occorre porsi in un certo modo,

Come per il profumo del mare, avvertibile soltanto controvento


A. De Luca



Nel precedente articolo abbiamo esplorato che cos’è l’adolescenza nominandone i cambiamenti a livello mentale, relazionale e corporeo.

È proprio quest’ultimo a fungere da ponte per poter parlare di un argomento molto difficile, privato, intimo: la sessualità. Per parlarne infatti a volte occorre “porsi controvento”, guardare da nuove prospettive.


La sessualità può essere definita come un processo che implica l’integrazione dell’immagine di Sé costruita nell’infanzia, con un corpo in trasformazione, un’eccitazione sessuale e una modifica dei legami familiari, aspetti che durante il periodo preadolescenziale erano tenuti separati.


Fornire un’adeguata educazione sessuale può permettere vivere una sessualità serena e consapevole.

L’educazione sessuale viene oggigiorno fornita già alle primarie e secondarie di primo grado parlando dell’apparato riproduttore maschile e femminile e proponendo attività che vengono racchiuse sotto il nome di “educazione all’affettività”.

Ma affettività e sessualità sono la stessa cosa?

Affettività prende il nome da affetto e riguarda il prendere consapevolezza emotiva di ciò che avviene in interazione (sia essa di amicizia o d’amore). Da qui nasce il lavoro che vede coinvolta l’educazione affettiva, atta a promuovere lo sviluppo dell’intelligenza emotiva a partire dal sentire (sensazioni, emozioni, sentimenti, ciò che ci fa stare bene e ciò che non ci fa stare bene). L’affettività e la sessualità trovano spazio comune nel momento in cui la parte emotiva viene integrata con gli aspetti medici e sanitari, nel rispetto dei diritti umani e della parità tra i sessi; “I giovani devono essere sostenuti, rafforzati e messi in grado di gestire la propria sessualità in modo responsabile, sicuro e appagante“ (Ministero della Salute, 2020).


Alla luce di ciò un altro costrutto entra a far parte di questa ampia tematica: la corporeità, ossia la percezione relativa al nostro corpo.

Cooley nella sua teoria del “Looking-glass self” (l'io riflesso), affermò che l'Io di una persona è il risultato delle interazioni interpersonali nell'ambito sociale e di ciò che gli altri percepiscono di noi (Vannini, 2016).

La corporeità quindi diventa un concetto complesso che integra come PENSO di essere, come VORREI essere, come penso che gli ALTRI PENSANO CHE IO SIA, come SENTO di essere.

Il corpo in adolescenza è ciò che più visibilmente si modifica e che inizia a diventare qualcosa di poco conosciuto che allo stesso tempo si ha voglia e timore di esplorare.

Si inizia a passare dal libro di scienze tra teoria e immagini ad un corpo da gestire, da accogliere, da consultare. Tenere insieme queste immagini di sé che si interfacciano anche con gli ideali di bellezza e forme promosse dai social media (ed anche dagli stessi brand di abbigliamento) colloca l’adolescente in un terreno fragile, a volte quasi franoso dove il punto di riferimento diventa il coetaneo con cui sperimenta (spesso insieme) per poter avere un primo rimando interattivo di sé e trovare la propria unicità o meglio chiamata anche identità.

Quindi non solo il corpo è fonte di grande esplorazione ma anche la propria identità e i propri orientamenti sessuali: facciamo un po’ di ordine tra le varie definizioni.


Identità di genere: si intende l’identificazione primaria della persona come maschio o femmina, entrambi o genere neutro. Non è innata e riguarda il genere che una persona sente come proprio in maniera del tutto indipendente dal sesso biologico e dai suoi genitali.

Siamo cresciuti pensando che il sesso biologico coincida con il genere (M o F) ma in realtà avere genitali maschili o femminili non fa di noi necessariamente un uomo o una donna. Il genere a cui sentiamo di appartenere è un prodotto sociale e culturale che si forma attorno al nucleo sessuale dell’individuo dopo la sua nascita e che quindi, non sempre, coincide col suo corpo e con il suo sesso (Money, Hampson & Hamspon, 1955).


Espressione di genere: Modalità con cui il soggetto esprime l’appartenenza di genere (abbigliamento, atteggiamento ecc.)


Orientamento sessuale: Attrazione erotica e affettiva per persone dello stesso sesso, di sesso opposto, per entrambi i sessi o per nessuno. Le persone asessuali, ovvero coloro che non hanno interesse nell’avere rapporti sessuali non significa che non possano provare eccitamento.


Avere chiarezza su queste definizioni come adulti permette di non alimentare la confusione degli adolescenti che spesso mette in crisi anche chi di sessualità pensa di avere esperienza.

La sessualità è un aspetto complesso che si intreccia con svariati altri aspetti individuali. Può essere quindi importante ribadire che il rapporto di coppia non cambia a seconda del nostro orientamento, ma ciò che risulta essere imprescindibile è invece come ci percepiamo e come ci relazioniamo all’altro.


Al giorno d’oggi gli adolescenti arrivano in un momento storico in cui l’identità di genere sta facendo enormi passi avanti ma questo può confondere anche qualche idea. Siamo nel momento della sperimentazione in un panorama storico in cui il sesso, come riporta Pellai (2016) è fludio, possibile, accessibile e normalizzato.

Una comunicazione efficace sull’argomento permette di aiutare l’adolescente ad averne consapevolezza e a sua volta questo aiuta ad accrescere il senso critico che consente anche di gestire il ruolo di internet e come questo sempre più si inserisce nel pensiero dell’adolescente. Ecco perchè essere aggiornati e competenti come adulti consente di costruire dialogo con i ragazzi ed entrare anche nel merito dei rischi che possono incontrare.


Prendiamo come riferimento due fenomeni di cui si sente sempre più parlare: il sexting ed il revenge porn.


Il primo si riferisce ad una pratica che consiste nello scambio di messaggi e/o foto erotici e sessuali con il fine di provare piacere. Il sexting è una delle varie forme con cui può essere espressa la sessualità e, come per tutte le pratiche sessuali, è fondamentale che per essere vissuta al meglio venga fatta in sicurezza e con consapevolezza. É importante rimandare di farlo solo se si vuole ma assicurandosi anche che chi è dall’altra parte lo voglia a sua volta e che sia maggiorenne. Questo è un punto chiave di ogni aspetto della sessualità, è importante che ogni cosa sia fatta senza sforzarci e che sia consensuale.


Il Revenge porn (da revenge, vendetta e porn, pornografia), si riferisce alla condivisione non consensuale di immagini erotiche o pornografiche. Possono esserci alcune accortezze quindi che possono anticipare questo tipo di scenari spiacevoli (oltre che illegali) che possiamo condividere con un adolescente:

  • Per proteggere la tua privacy evita di inviare contenuti in cui tu sia riconoscibile o in cui si vedano parti del corpo o dell’ambiente intorno a te che possano essere facilmente ricondotte alla tua persona (specie se non conosci bene chi è dall’altra parte);

  • Se non vuoi che l’altra/o salvi le tue foto assicurati che vengano cancellate oppure utilizza app che permettano di “autodistruggere” le foto pochi istanti dopo l’invio

  • Non divulgare mai foto intime e private di qualcun altro

  • Se siete vittime di sextortion, revengeporn, cyberbulismo o violenza privata di qualunque tipo chiedete aiuto, parlatene con persone fidate e rivolgetevi alle autorità competenti.

  • ll fatto che la persona non sia fisicamente davanti a noi non ci solleva dalla responsabilità di pensare a quello che diciamo/chiediamo. Potremmo dire qualcosa di sgradevole e/o ricevere richieste che non ci piacciono, in questi casi è fondamentale la comunicazione e il saper chiedere scusa.


Come uso tutto questo? La chiave è generare comunicazione, facendosi delle anticipazioni e stando con tutte le emozioni che emergono. Usare la propria esperienza, non solo come adulti ma come ex-adolescenti consente di potersi anticipare quali sono le domande, le curiosità, gli aspetti più delicati, le cose che non avremmo voluto succedessero, quelle che ci hanno dato fastidio e quelle che invece ci hanno rassicurato.

Partiamo dal presupposto che il modo in cui si dicono le cose è altrettanto importante dei loro contenuti, evidenziamo la componente relazionale, promuoviamo la responsabilità sessuale, assicuriamoci che si sta parlando la stessa lingua, usiamo degli stratagemmi per introdurre un argomento (un film, un libro lasciato sul tavolo, una canzone ascoltata in macchina) e manteniamoci informati: ecco la ricetta segreta per poter parlare di sessualità. Promuovere una cultura del rispetto dell’altro anche dal punto di vista sessuale è importate perché, diversamente da ciò che ci hanno in molti casi insegnato, una delle cose belle e certe del sesso, come anche dell’amore, è che non esiste un modo giusto e universale di viverla.



Bibliografia:


  • Gutman, R. (1958). Cooley: A Perspective. American Sociological Review, 23 (3), 251-256.

  • Philip Vannini (2016) Body/Embodiment: Symbolic Interaction and the Sociology of the Body

  • Benini, V. (2020). Senza tabù. Il mio corpo (come funziona). Il piacere (come si fa). Italia: Fabbri.

  • Pellai, A. (2015). Tutto troppo presto: L'educazione sessuale dei nostri figli nell'era di internet. Italia: De Agostini.

  • Pellai, A. (2019). Col cavolo la cicogna! Raccontare ai bambini tutta la verità su amore e sessualità. Italia: Edizioni Centro Studi Erickson.

  • Pellai, A., Tamborini, B. (2017). L’età dello tsunami. Italia: De Agostini.





 
 
 

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